Parrocchia Prepositurale Collegiata Diocesi di Milano - Zona Pastorale IV - Busto Arsizio (Va)
Santuario S.Maria di Piazza E' il santuario della città, nel quale si venera la Madonna dell'Aiuto,  rappresentata con la mano atteggiata a proteggere la popolazione di Busto dai pericoli incombenti: guerre, epidemie, in passato anche fame. La costruzione della chiesa iniziò nel 1517. Tra i committenti un ruolo di spicco viene riconosciuto alla Scuola dei Poveri,  un consorzio di laici ordinariamente dediti per statuto alla assistenza dei  poveri e dei malati, che si insediò presso la stessa chiesa di Santa Maria, nel  cuore del borgo. Secondo gli studi più recenti, l'architetto è Antonio da Lonate, esecutore -  come vuole la tradizione - di un progetto di Donato Bramante. Antonio realizzò le volumetrie geometriche della chiesa con le sue lesene e  con le modanature in cotto e pietra: i due prismi, a base quadrata l'inferiore, a base ottagonale il superiore, la cupola interna a spicchi con le nicchie del tamburo. Intorno al 1520 intervenne però un altro architetto, Tommaso  Rodari, nativo di Mareggia sul Lago di Lugano, apportando elementi di  grande eleganza: i portali, la loggetta del tiburio, i gugliotti, la cupola a  doppia curvatura. Seguì, fino al 1542, la decorazione pittorica, raffinata e colta, che vide  impegnati Giovan Pietro e Raffaele Crespi, di ascendenza se non di origine  bustese, i piemontesi Giovan Battista Della Cerva e Gaudenzio Ferrari, autore quest'ultimo, con la collaborazione di aiuti, del polittico dell'Assunta che  diede il titolo alla chiesa, polittico oggi collocato sulla parete nord ma fino al 1940 nell'abside. Le 32 statue scolpite nel legno da Fabrizio de Magistris e dipinte a biacca,  furono collocate nelle nicchie nell'anno 1602. Questo santuario di Busto, già riconosciuto "formoso " cioè magnifico nel  Cinquecento e "zoiello d'Italia" nel Seicento, è un esempio nobilissimo di arte. Una pianta della chiesa dell'anno 1580 circa presenta, oltre all'altare principale, cinque altari minori, in seguito ridotti a due. Lungo i secoli qualche porta è stata prima murata e poi ripristinata.  Una balaustrata di legno, poi di pietra, proteggeva nel Cinque et Seicento la chiesa dalla piazza, sempre troppo affollata di gente e di bestie durante il mercato settimanale del venerdì.   Per rimediare ai danni delle infiltrazioni d'acqua, si sono operati restauri nel Sei e Settecento, sono poi seguiti interventi più complessi negli anni 1874-86, 1939-43, 1983-85 e, riservati alla ornamentazione pittorica, nel 1988-89. Durante il restauro del 1940 sono venute alla luce le fondazioni del sacello altomedievale e quelle della chiesa con tré absidi,  ricostruita presumibilmente nel secolo XIII, ed anche la prima pietra del santuario attuale con incisa la data 1517. Il campanile in mattoni è del 1584, sostitutivo di una torre civica medievale crollata; ma la parte alta, rivestita di pietra chiara, fu  aggiunta dall'architetto Carlo Maciachini negli anni  1886-89, quando chiesa e campanile vennero isolati dalle costruzioni che ad essi si erano via via abbarbicate come edera. A pochissimi metri dal campanile sta l'oratorio di Sant'Antonio abate.
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